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Dettagli evento

Tenerezza e Luce nella pittura italiana tra Quattrocento e Settecento

Tenerezza e Luce nella pittura italiana tra Quattrocento e Settecento Periodo: dal 14/12/2013 al 18/01/2014
Categorie: Mostre
Comune: Pontedera
Località: Centro per l'arte Otello Cirri
Indirizzo: Via della stazione vecchia 6
Tel: 0587 57282 - 299620

Sabato 14 dicembre alle ore 17.00 prende il via presso il Centro per l'Arte Otello Cirri del Comune
di Pontedera la straordinaria mostra Tenerezza e luce nella pittura italiana tra Quattrocento e
Settecento promossa dal Comune di Pontedera e dal Comitato Provinciale di Pisa per l'UNICEF
con il patrocinio della Regione Toscana.
Si tratta di un importante evento che permette di ammirare un gruppo di opere (la maggiore parte
inedite), di grande qualità, provenienti da collezione private che celebrano il tema della tenerezza
attraverso bagliori di luce, fondi oro, colori avvolgenti, creando un legame simbolico con il valore
della difesa dei diritti di tutti i bambini e le bambine del mondo. Il progetto Ideato e curato da
Pierluigi Carofano e Antonio Vignali, segue di otto anni la mostra Luce e ombra. Caravaggismo e
naturalismo nella pittura Toscana del Seicento tenutasi presso il Centro per l'Arte Otello Cirri e il
Museo Piaggio.
Per la città questa prestigiosa iniziativa rappresenta dunque un ulteriore episodio di partecipazione
territoriale sia come attenzione a contenuti specificatamente storico artistici che come
collaborazione con realtà istituzionali e soggetti privati del territorio sul quale anzitutto ne insiste
l'attività.
Anticipazione del soggetto Tenerezza e Luce è la splendida tela di Francesco Furini raffigurante
Giuditta e Oloferne. La giovane ebrea sacrificò la sua verginità pur di sconfiggere un nemico
feroce: un gesto d’amore che porterà il suo popolo alla libertà garantendo un periodo di prosperità
e pace. Percorrendo questo particolare itinerario figurativo, il visitatore potrà esaminare la mappa
delle emozioni così come si presenta nelle varie opere che disegnano uno spazio intimo,
costruendo un percorso narrativo di “trasporto” emozionale: dall'amore materno a quello
compassionevole, a quello tristemente presago del tragico destino del Figlio.
“La maggior parte delle opere, come rilevano i curatori Carofano e Vignali, presenta un’iconografia
di carattere sacro, ma essa è animata da una tale penetrante e talvolta struggente umanità da
trasfigurare il soggetto come nel caso della Madonna col Bambino e san Giovannino di Bernardo
Strozzivera e propria scena di genere con tanto di natura morta in primo piano”.
Un altro aspetto sicuramente di pregio è l'allestimento della mostra, curato dall' Arch. Francesca
Macchia Caputo, che interagisce perfettamente con il tema espresso nei dipinti. L'allestimento si
pone l'obbiettivo di tradurre in chiave architettonica i contenuti dando vita ad un unicum che metta
in scena il sentimento della tenerezza attraverso gli intensi volti dei bambini che occhieggiano dalle
immagini fotografiche. L’allestimento non è dunque solo contenitore ma anche trasposizione
architettonica di contenuti. Il linguaggio architettonico e grafico si riconnette, generando un unicum
spaziale che conclude un percorso concettuale in cui si integra didattica dell'arte, simboli ispirati
alla natura e funzionalità.
Oltre che per lo spessore scientifico, la mostra si distingue per l'alto valore umanitario dato dalla
sentita partecipazione del Comitato Provinciale di Pisa per l'UNICEF a sostegno dei bambini
siriani.
Durante l'esposizione sono infatti previste alcune iniziative promosse dall'Unicef per le scuole del
territorio che hanno partecipato attivamente realizzando bellissimi disegni scaturiti dal soggetto
della mostra.